Sukkot

Da Ebraismo.

In breve

Sukkot significa capanne

Quando è? 15 di Tishri
Quanti giorni dura? Dura sette giorni
È una festa biblica o postbiblica? È una festa biblica
Comprende giorni di festa solenne? I primi due (in Israele solo il primo) sono giorni di festa solenne
Cosa ricorda? Ricorda i quarant'anni che gli ebrei trascorsero nel deserto prima di entrare nella Terra Promessa
Quali sono le mitzvot? Si mangia nella sukkà e si agita il lulav. La terza mitzvà è quella di provare gioia.

La Sukkà ~ capanna

La capanna è una casa fragile ed esposta alle intemperie: ci piove dentro! Ci ricorda che gli ebrei nel deserto non avevano alcuna protezione, se non la protezione del Signore.

Come è fatta la Sukkà?

Il modo migliore per prepararsi a Sukkot è costruire la sukkà con le proprie mani. Per prima cosa, bisogna individuare uno spazio adatto: le dimensioni possono essere anche di soli 70cmx70cm per un metro di altezza, ma è importante che non sia coperta da alcuna tettoia, e non si trovi sotto un albero dalle fitte frasche; insomma, dalla sukkà si deve vedere direttamente il cielo. Deve avere almeno tre pareti, che possono essere di qualsiasi materiale, ma la parte più importante è senza dubbio il sekhàkh ~ tetto. Deve essere costituito da vegetali, tagliati e disposti allo scopo di fare un tetto. La copertura non deve essere troppo fitta: deve poter passare la pioggia e, da dentro, devono potersi vedere le stelle!

La mitzvà della Sukkà

La Torà dice: "Risiederete nelle capanne per sette giorni" (Levitico 23, 42), ma cosa significa risiedere? Bisognerebbe mangiare, bere e dormire nella sukkà e vivere lì, esattamente come come si farebbe in casa propria. In molti paesi, però, le temperature autunnali non sono tali da permettere di passare una notte piacevole in sukkà, al freddo; per questo motivo, la maggior parte degli ebrei rinuncia a dormire in sukkà. Si può essere facilitanti anche con il bere, e perfino con il mangiare qualcosina fuori dalla sukkà: ciò che più conta, dunque è consumare i pasti principali in sukkà. Questa mitzvà non è obbligatoria per le donne.

Le benedizioni

Ogni volta che si mangia in sukkà, si compie una mitzvà: per questo si dice una benedizione prima di mangiare, subito dopo la benedizione sul cibo. La prima sera, si aggiungono queste due benedizioni alla fine del qiddush:

che ci ha santificato con le Sue mitzvot e ci ha dato la mitzvà di risiedere nella sukkà אֲשֶׁר קִדְּשָׁנוּ בְּמִצְוֹתָיו וְצִוָּנוּ לֵישֵׁב בַּסֻּכָּה
che ci ha fatto vivere, sostenuto e fatto giungere a questo momento שֶׁהֶחֱיָנוּ וְקִיְּמָנוּ וְהִגִּיעָנוּ לַזְּמַן הַזֶּה

La seconda sera si aggiungono le stesse due benedizioni alla fine del qiddush, ma il loro ordine viene invertito: prima Shehecheyanu e poi leshev basukkà. In seguito, e per tutta la durata di Sukkot, si dirà solo leshev basukkà, ogni volta che si mangia un pasto in sukkà (pane o cibi a base di farina). Le donne non devono dire questa benedizione.

Il Lulav ~ ramo di palma

Il lulav prende il nome dal suo componente principale, ed è formato da quattro specie vegetali:

  • un cedro ~ etròg
  • un ramo di palma ~ lulàv
  • due rami di salice ~ 'aravà
  • tre rami di mirto ~ hadàs

Le benedizioni

La mitzvà del lulav si compie ogni singolo giorno di Sukkot, tranne che di Shabbat. La prima volta che si prende in mano il lulav si dicono due benedizioni, tutte le volte successive invece se ne dice una sola. La benedizione va detta tenendo in mano il lulav, la 'aravà e l'hadas - prima di prendere in mano anche l'etrog.

che ci ha santificato con le Sue mitzvot e ci ha dato la mitzvà di prendere il lulav אֲשֶׁר קִדְּשָׁנוּ בְּמִצְוֹתָיו, וְצִוָּנוּ עַל נְטִילַת לוּלָב
che ci ha fatto vivere, sostenuto e fatto giungere a questo momento שֶׁהֶחֱיָנוּ וְקִיְּמָנוּ וְהִגִּיעָנוּ לַזְּמַן הַזֶּה

I movimenti

Il lulav viene agitato nelle sei direzioni: a Sud, Nord, Est, in alto, in basso e a Ovest. Si usa tenere il lulav con entrambe le mani e agitarlo in ogni direzione per tre volte, ogni volta riportandolo vicino a sè tra un movimento e l'altro.

I significati

La Torà non si esprime sul significato di questa mitzvà, ma i nostri maestri hanno dato molte spiegazioni: eccone soltanto alcune.

Il servizio divino - i quattro componenti del lulav assomigliano, per la loro forma, a quattro parti del corpo. Utilizzarli insieme per compiere una mitzvà rappresenta simbolicamente il nostro desiderio di utilizzare tutti i nostri mezzi per fare la volontà del Signore.

cedro cuore
palma spina dorsale
foglia di salice bocca
foglia di mirto occhi

L'unità del popolo ebraico - Le quattro specie vegetali che compongono il lulav possono rappresentare quattro modi di essere ebrei. Il prenderli in mano tutti quanti simboleggia l'unità del nostro popolo e l'amore che il Signore ha per tutti, anche se diversi tra loro, quando stanno insieme dimostrando solidarietà e collaborazione al di là delle differenze.

cedro ha un buon profumo e si può mangiare ebreo che studia la Torà e pratica le mitzvot
palma non ha un buon profumo, ma si può mangiare ebreo che non studia la Torà ma pratica le mitzvot
salice non ha un buon profumo, e non si mangia ebreo che non studia la Torà e non pratica le mitzvot
mirto ha un buon profumo ma non si mangia ebreo che studia la Torà ma non pratica le mitzvot

Quarant'anni nel deserto

Dopo aver ricevuto la Torà sul monte Sinai, gli ebrei si diressero verso la Terra Promessa. Mandarono avanti degli esploratori che, dopo aver visitato il paese, riferirono che era molto ben difeso e sarebbe stato impossibile conquistarlo. Il popolo si lasciò quindi prendere dalla disperazione e si propose di tornare in Egitto. Il Signore per punire gli ebrei che avevano rinunciato alla Terra Promessa li condannò a restare per quarant'anni nel deserto, finchè non fossero morti tutti gli uomini di quella generazione. Furono poi i loro figli ad entrare nella Terra Promessa, sotto la guida di Giosuè.

Sheminì 'Atzèret e Simchat Torà

Sukkot è seguita immediatamente da altri due giorni di festa solenne: Sheminì 'Atzeret e Simchat Torà. In questi giorni non valgono le mitzvot di Sukkot (sukkà e lulav) perchè si tratta di una festa indipendente.