Tu Bishvat, Tu Beav, Yom Haatzmaut, Yom Hashoà
Oltre alle festività principali, esistono anche una serie di ricorrenze cosiddette "minori". Alcune erano antiche festività poi cadute in disuso per un certo periodo, mentre altre sono state istituite in epoca moderna. Vediamole una per una.
Tu Bishvat
Il 15 del mese di Shevàt (questo è il significato delle parole “Tu Bishvat”) è il capodanno degli alberi. Quando esisteva il Tempio di Gerusalemme era una giornata estremamente importante per il calcolo delle decime e delle altre offerte relative agli alberi da frutto. Questo giorno faceva da “spartiacque” tra un anno e l’altro per il calcolo di tutto quanto riguardava gli alberi.
Ai nostri tempi, il giorno di Tu Bishvàt non si recita la preghiera penitenziale di Tachannùn e non si recitano orazioni ai funerali. Si usa fare un seder (cena rituale) in cui si mangiano primizie e vari tipi di frutta, in segno di amore per la terra. In Israele si usa anche piantare alberi.
Tu Beav
Nel Talmud (trattato di Ta’anìt) si racconta dell’antica festa di Tu Beav, il 15 del mese di av: le ragazze ebree uscivano nelle vigne a danzare e in questo giorno si combinavano fidanzamenti e matrimoni. Tutte le ragazze uscivano a danzare indossando dei vestiti bianchi che dovevano essere presi in prestito, perché nessuna si dovesse vergognare del proprio abbigliamento. In un certo senso, era una specie di festa degli innamorati. In ricordo del carattere lieto di questo giorno, non si recita il Tachannùn.
Yom Haatzmaut
Il 5 del mese di iyàr è l’anniversario, secondo il calendario ebraico, della fondazione del moderno Stato d’Israele. In Israele è la festa nazionale, ma anche nella Diaspora si festeggia come un giorno lieto: si recita l’Hallèl (salmi di lode) e c’è anche chi ha proposto di istituire un Kiddush, quasi a trasformare questo giorno in una vera e propria festività.
Yom Hashoà
Il nome intero di questa ricorrenza è Yom Hashoà ve-hagevurà, “il giorno della Shoah e dell’eroismo”: ricorda i 6 milioni di ebrei uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori, ma anche della resistenza dei combattenti e partigiani ebrei. In Israele, e anche, da qualche anno, in alcune località italiane, durante questo giorno suona una sirena che chiama a due minuti di assoluto “stop” e raccoglimento: tutto il Paese si ferma a commemorare le vittime della Shoà.