Alef-Bet

Da Ebraismo.

Introduzione

La lettura corretta dell'ebraico è fondamentale per poter imparare e pronunciare correttamente nomi, saluti, preghiere, citazioni, salmi, brani della Torà e di altri testi sacri. La tradizione ebraica ha sempre privilegiato la conoscenza diretta dei testi: anche a questo scopo è stata istituita la lettura pubblica della Torà, che è bene seguire su di un libro stampato.

Questa pagina vuole dare le informazioni di base per iniziare a leggere l'ebraico. Viene posta grande attenzione nella precisione della lettura, in quanto l'obiettivo è poter leggere i testi sacri con cura e serietà come si addice vista la loro importanza.

L'Alef-Bet

Cominciamo subito dando un'occhiata all'Alef-Bet, l'alfabeto ebraico:

  • Nella prima tabella si trovano tutte le lettere, vale a dire le consonanti: in ebraico, infatti, solo le consonanti sono delle vere e proprie lettere dell'alfabeto. Nella parte alta di ogni riquadro è indicato il valore numerico corrispondente a quella lettera, mentre in basso, nel nome della lettera, si trova sottolineata la parte che corrisponde alla pronuncia.
  • Nella tabella in basso, invece, sono presentate tutte le vocali: non sono delle lettere, ma piuttosto dei puntini che si pongono di fianco o sotto alle lettere; in ebraico si chiamano proprio così: nekudot ~ puntini. Per dimostrare il loro posizionamento, sono tutte associate ad una lettera di esempio, la Alef. Immaginando di sostituire alla Alef una qualsiasi delle altre lettere, si possono comporre tutte le sillabe possibili. Il nome di ciascuna vocale si trova scritto sotto di essa, e le parentesi graffe indicano a quale vocale dell'alfabeto italiano corrisponde dal punto di vista della pronuncia.
Alef-Bet.png

Osservazioni

Lettere e puntini

L'alfabeto ebraico è costituito unicamente da consonanti: le vocali non sono infatti che dei puntini o trattini che si posizionano intorno (di solito sotto) alla lettera che li "regge". Siccome non si possono trovare da sole le vocali vengono qui mostrate insieme alla lettera א; Dal momento che la א è muta, il suono della sillaba coincide con il suono della vocale. In ebraico le vocali si chiamano nekudot, che significa appunto puntini. Dobbiamo tener presente che i puntini in ebraico normalmente non si scrivono: anche oggi, se compriamo un giornale in Israele e lo sfogliamo, troveremo pochissimi puntini, solo laddove servono per chiarezza ed evitare ambiguità di lettura. D'altro canto, nei libri di preghiera e testi sacri, normalmente i puntini vengono messi tutti, per evitare errori o storpiature nella lettura. Sul sefer Torà scritto a mano, invece, e sulle meghillot~rotoli sacri scritti su pergamena i puntini non ci sono, come da tradizione. Senza puntini non vi è più alcuna differenza, ad esempio, tra la בּ e la ב, che sono quindi, in realtà, la stessa lettera!

I suoni delle lettere

Il nome di ogni lettera comprende anche la lettera stessa. Imparare il nome di una lettera vuol dire quindi anche sapere come si pronuncia.

א
בּ
ב
ג
ד
ה
ו
ז
ח
ט
י
כּ
ךּ
כ
ך
ל
מ
ם
נ
ן
ס
ע
פּ
פ
ף
צ
ץ
ק
ר
שׁ
שׂ
ת

Attenzione alle differenze!

Vi sono alcune coppie di lettere dell’alfabero ebraico che si somigliano moltissimo: impariamo a conoscerle e a fare attenzione alle differenze.

dove guardare la lettera assomiglia a
angolo in basso a destra כ ב
taglio nello zoccolo נ ג
la finale scende più inn basso rispetto alla base delle altre lettere ך ד
angolo in alto a destra ר ד
apertura in alto a sinistra ח ה
inclinazione del "collo" ז ו
lunghezza del tratto orizzontale ר ו
la finale scende più in basso rispetto alla base delle altre lettere ן ו
apertura in alto a sinistra ת ח
taglio nel tetto מ ט
"labbro" caratteristico della Pe e della Fe ף ך
spigolo in basso a destra ס ם
base orizzontale o obliqua צ ע

La Pe finale

Nella sequenza di lettere dell'Alef-Bet, notiamo una mancanza: dov'è la Pe finale? In realtà, la ףּ esiste, ma non è stata riportata perchè non si trova mai nella Torà.

Le lettere mute

Nell'Alef-Bet notiamo che ci sono ben tre lettere per le quali non è indicato alcun suono: la א, la ה e la ע.

Le possiamo chiamare lettere mute, ma sicuramente ti chiederei a cosa servono delle lettere che non si pronunciano! Ebbene, ci sono due risposte che possiamo dare: in primo luogo dobbiamo ricordare che una lettera muta non si legge, ma la sua vocale sì! Prendiamo per esempio la parola אוֹ, che si legge "o" e tradotta in Italiano significa proprio "o". Poichè in generale una vocale non può stare da sola, abbiamo bisogno di una consonante muta per sostenerla. Inoltre, il significato di una parola dipende dalle lettere con cui è scritta, anche da quelle che non si pronunciano; in Israele vi capiterà di sentire persone che specificano, parlando, quale lettera muta hanno usato: per esempio «Ho detto הֵרִים con la ה (che significa "montagne"), non עֲרִים con la ע (che significa "città")»!

Lettere con lo stesso suono

Notiamo che vi sono diverse coppie di lettere che hanno lo stesso suono:

  • la ב e la ו
  • la ט e la ת
  • la כּ e la ק
  • la ס e la שׂ

Che senso ha avere lettere diverse che hanno lo stesso suono? Per rispondere a questa domanda dobbiamo ricordarci che l’ebraico per lunghissimo tempo non è stato parlato correntemente, e si è tramandato per secoli soltanto come lingua scritta e letta. Si sono così persi alcuni dettagli, e fra questi le differenze di suono tra le lettere viste sopra.

Vocali con lo stesso suono

Dando un’occhiata alla tabella delle vocali si nota subito che...sono tantissime! Vuol forse dire che in ebraico ci sono tanti suoni nuovi, sconosciuti all’italiano? Assolutamente no: un’analisi più attenta della tabella rivela che ci sono tre A, quattro E, due I, quattro O e due U...per non parlare della vocale muta! Che differenza c’è dunque tra le varie vocali nello stesso gruppo? La risposta semplice è: nessuna. In realtà una differenza ci sarebbe, ma oggi viene perlopiù trascurata: la quantità, vale a dire quanto una vocale è lunga. Nel mondo antico la cosa aveva una certa importanza (si pensi alla metrica in greco e latino), ma poi si è andati incontro a una certa semplificazione, per cui basti sapere che le vocali in tabella sono ordinate da destra a sinistra dalla più lunga alla più breve, all’interno dello stesso gruppo. Osserviamo qundi che il   ָ è una A lunga, il   ַ una A breve, e il   ֲ una A ancora più breve. Allo stesso modo, lo   ֵ è una E lunga, il   ֶ una E breve, il   ֱ ancora più breve, lo   ְ una E brevissima e lo   ְ una E talmente breve che non si legge...ecco spiegata l’origine di una vocale muta.

I due suoni della S: la ז, la ס e la שׂ

In italiano, la lettera S viene pronunciata in due modi diversi: prendiamo per esempio la S in sale e la S in casa...sono due suoni diversi! In ebraico, il suono della S di casa viene rappresentato dalla ז, mentre la S di sale ha lo stesso suono della ס e della שׂ; la ס e la שׂ hanno infatti lo stesso suono. Attenzione a pronunciare correttamente la parola יִשְׂרָאֵל  !

Lo Shevà

Lo Shevà è una vocale ambigua: in alcuni casi si legge (e allora prende il nome di Shevà Na) e in altri casi non si legge (e prende il nome di Shevà Nach). In questi casi si legge come la vocale E:

Non si legge mai invece in fine di parola: וְיֵרְדְּ

Tradizionalmente, per lo Shevà si è sempre utilizzato lo stesso simbolo grafico, costituito da due puntini uno sopra l'altro. Il compito di distinguere quando si trattasse di Shevà Na o Shevà Nach era lasciato al lettore, che doveva ricorrere alle regole spiegate qui sopra. Per fortuna, da qualche anno a questa parte, si è diffusa la pratica di agevolare la lettura corretta ed in alcuni libri si trova che lo Shevà Na è costituito da due puntini un po' più grandi, o addirittura da due quadratini, per distinguerlo dallo Sheva Nach che in alcuni casi viene rappresentato addirittura in grigino ad indicare che non bisogna leggerlo.

Il Kamàtz

Anche il Kamàtz è una vocale ambigua, perchè a volte si legge "a" e a volte si legge "o". In generale si può dire che:

Può essere difficile riconoscere i due tipi di Kamàtz, e per questo motivo, per fortuna, da alcuni anni a questa parte si sta diffondendo l'abitudine di utilizzare nei libri stampati due caratteri grafici differenti, a tutto vantaggio del lettore che non dovrà più conoscere ed elaborare le regole della grammatica ebraica e potrà leggere correttamente con minor fatica.

חַ a fine parola

Quando si incontra una Chet con sotto il Patàch alla fine di una parola, si leggono al contrario: prima la vocale e dopo la consonante. Esempi: נֹחַ , לוּחַ , כֹּחַ .

Il Daghèsh

Il puntino dentro una lettera viene chiamato daghesh~enfasi, e può avere tre diverse funzioni:

  • in alcuni casi cambia il suono di una lettera: da ב a בּ, da כ a כּ e da פ a פּ
  • in alcuni casi può non avere alcun effetto, per esempio dentro una ג, una ד o una ת
  • in alcuni casi rafforza la lettera dentro cui si trova, che verrà quindi pronunciata come una doppia: אִמּוֹ

כ ,ה e ח

Queste tre lettere corrispondono a suoni che non esistono in italiano, e per questo può essere difficile pronunciarle come si deve. Sono dette lettere "aspirate", anche se in realtà si pronunciano "espirando"!

  • la ה corrisponde ad un'aspirazione leggera: הֲלֹא
  • la כ corrisponde ad un'aspirazione media: הֲכִי
  • la ח corrisponde ad un'aspirazione forte: אָחִי

La Yod

La י è una lettera particolare, perchè è una consonante, ma si legge come la vocale italiana "i". Inoltre, non sempre si legge:

  • Si legge sempre quando ha una sua vocale: יַ, , יֵ, יִ, יוֹ, יוּ
  • Non si legge quando non ha una sua vocale e segue una vocale che suona come la "e": בְּנֵי
  • Non si legge quando non ha una sua vocale, è preceduta da un Kamàtz ed è seguita da una vav: אֵלָיו

Gli accenti

In italiano la maggior parte delle parole sono piane, cioè hanno l'accento sulla penultima sillaba. In ebraico, invece, l'accento è prevalentemente sull'ultima sillaba (parole tronche). A grandi linee, la situazione si può riassumere così:

  • nell'80% circa dei casi, l'accento è sull'ultima sillaba
  • nel 20% circa dei casi, l'accento è sulla penultima sillaba
  • nell'1% dei casi, l'accento è sulla terzultima sillaba

Nella Torà, gli accenti sono sempre indicati dai Teamim~segni di canto: ogni parola ha almeno un segno di canto e l'accento cade su quella sillaba. Come individuare i segni di canto? Basta eliminare tutte le consonanti e le vocali, cioè tutti i caratteri presenti nelle due tabelle dell'Alef-Bet che trovate qui sopra. Quelle virgole, puntini e disegnini che rimangono, sopra e sotto le lettere, sono i segni di canto. Non è necessario cantare in ebraico, possiamo sfruttare i segni di canto per l'informazione che ci danno sull'accento. Vedi per esempio אָ֑תָּה e אַתָּה֙.

Nota: l'accento non cade mai sulla vocale più breve, lo Shevà. Ciò permette di non avere dubbi sulla pronuncia di parole come לְךָ.

Consigli per una buona lettura ad alta voce

  • Leggere lentamente e con chiarezza
  • "Staccare" due lettere uguali vicine: אַהֲרֹן
  • "Staccare" quando una parola finisce con una lettera, e la parola seguente inizia con la stessa lettera: כֹּל לֵבָבוֹ
  • Leggere sempre con attenzione: spesso le parole si assomigliano ma non sono uguali!
  • Sforzarsi di pronunciare correttamente i suoni che in Italiano non esistono o sono rari
  • Leggere una sillaba alla volta ricordando che, salvo eccezioni, è composta da una consonante e una vocale
  • Rallentare quando si incontra un dittongo: due vocali consecutive sono impegnative da pronunciare: יְהוֹשֻׁעַ

Le lettere usate come numeri

Nell'antichità era comune utilizzare le lettere dell'alfabero al posto dei numeri: le cifre arabe che utilizziamo oggi non erano ancora state inventate! anche le lettere dell'alfabeto greco erano usate come numeri, e così pure le lettere dell'alfabeto latino costituiscono i numeri romani ancor oggi talvolta utilizzati.

  • La numerazione segue l'Alef-Bet, per cui la א corrisponde al numero uno, la בּ al numero due, la ג al numero tre e così via.
Nota: la בּ ha lo stesso valore della בּ in quanto si tratta della stessa lettera. Dobbiamo ricordarci che in ebraico si scrive, normalmente, senza puntini per cui non ci sarebbe più alcuna differenza!
  • Esaurite le unità, la י corrisponde al dieci, la כּ al venti, la ל al trenta e così via.
Nota: la כּ, la כ, la ך, e la ך hanno lo stesso valore numerico.
  • la ק equivale a cento, la ר a duecento, la שׁ o שׂ a trecento e la ת a quattrocento.

Per comporre numeri più grandi, è necessario sommare più lettere: basta metterle l'una accanto all'altra.

la Ghematrià

In ebraico, il valore di ogni lettera si somma semplicemente a quello delle altre. Secondo questa logica, ogni parola può essere letta come se fosse un numero! Per esempio, la parola תּוֹרָה ha valore 611, מֹשֶׁה vale 345...

Testi consigliati

  • Siddùr Yad Ghiborìm - Mamash Edizioni Ebraiche. Siddur ~ libro di preghiere con traduzione e traslitterazione delle preghiere più comuni.
  • Siddùr Sìyakh Yitzchàk - Mamash Edizioni Ebraiche. Siddur ~ libro di preghiere con traduzione in italiano. Spiegazione delle norme di lettura e evidenziazione del Kamatz Chatuf e dello Sheva Na per una lettura corretta con minor sforzo.
  • Tikkun Koreim Ish Matzliach. Interamente in ebraico, per imparare a leggere il Sefer Torà. Tutto il testo è riprodotto due volte, in due colonne affiancate. La prima riproduce una pagina di un Sefer Torà, con i caratteristici tagghim ~ coroncine sulle lettere e totale assenza di vocali, segni di canto e duepunti ad indicare al fine dei versetti. L'altra include invece le vocali, i segni di canto, i numeri dei versetti e dei capitoli, la suddivisione in singoli versi, in chiamate e in parashot.
  • Tikkun Tehillim - Moise Levy Editore. I Salmi tradotti in italiano e traslitterati riga per riga con particolare attenzione alla fonetica. Il testo ebraico segnala con accuratezza accenti, Kamatz Chatuf, Sheva Na, doppie e altre particolarità della pronuncia. Include un CD audo con la registrazione di tutti i salmi recitati.
  • Rashi nella traduzione della Torà e Haftaròt - Moise Levy Editore. Torà e Haftarot in ebraico con traduzione italiana a fronte. La traduzione segue e include commenti tratti da Rashi. Il testo ebraico evidenzia Kamatz Chatuf, Sheva Na e doppie, per permettere a tutti una lettura agevole e corretta.

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